"La letteratura maggiore ...] e ...] non soltanto menzogna, e chirurgia scongiurata, devitalizzata." Cosi Carmelo Bene stanava ogni scrittura che si presentasse come "guazzabuglio di vita simulata." Se ogni arte e' decorazione, volonta' d'esprimersi, allora qui, fin da subito, si strappa ogni residuo di vita simulata, fin dall'incipit della premessa: "Tutta la cattiva poesia e sincera." La sincerita puo risiedere solo nella lingua, e non nell'aderenza al biografico. E' sempre differenza, diffrazione per raggiungere quel suono che si fa variante, pura differenza, perche soltanto il risuonare del suono e' "al di la - sempre al di la - del concetto." "Il viola, il bianco e gli altri momenti" raccoglie poesie e traduzioni che interrogano la lezione artistica non solo di CB, ma anche quella di maestri del paesaggio sonoro e di quell'irrappresentabile che e' la vita (da Campana a Verlaine fino a Lautreaumont) cercando quel "gesto poetico" che e' sempre di per se' inattuale, anacronistico, "fuori dal tempo e fuori dal significato," come possibile uscita dalla tradizione classicista e dallo sterile sperimentalismo moderno."