Quando Goethe, gi famoso, scese in Italia per il "grand tour" (1786-1788)soggiorn a lungo a Roma. Nella citt eterna visse felice, in compagnia di una giovane romana, Faustina, che gli don se stessa. Tornato in Germania, "con il cuore colmo di ricordi e di gratitudine", scrisse le "Elegie romane": un ciclo di ventiquattro poesie intitolato dapprima "Erotica Romana", composte tra il 1788 e il 1790. In esse Goethe rievoca il suo soggiorno romano appena trascorso, ispirandosi alle elegie d'amore dei poeti dell'et classica, come Catullo, Ovidio, Properzio e Tibullo. L'opera unisce l'entusiasmo per la Roma antica alla passione d'amore provata dal poeta per Faustina, la cui identit non ben definita. Si trattava presumibilmente di Faustina Antonini, figlia di un oste dell'Osteria alla Campana in vicolo Monte Savello. Delle "Elegie romane" Luigi Pirandello ha fatto una traduzione dal carattere spiccato. Si apprezza anche qui la sua lingua arguta e scabra.