Invocato da un buon numero di Stati fin dal XIX secolo e discusso da diversi tribunali e organismi internazionali, lo stato di necessità ha sofferto a lungo della mancanza di uno status giuridico chiaro, preciso e universalmente riconosciuto nel diritto internazionale. Mentre alcune giurisdizioni lo consideravano una circostanza che precludeva l'illecito, altre lo ammettevano solo come circostanza che attenuava la responsabilità. Questa differenza di trattamento ha rafforzato per diversi anni la posizione di coloro che si opponevano all'ammissione dello stato di necessità come circostanza preclusiva dell'illecito. Tuttavia, questa situazione sarà sanata da un lato dall'adozione finale, il 9 agosto 2001, da parte dell'ILC, del progetto di articoli sulla responsabilità degli Stati per atti illeciti a livello internazionale. In questa bozza, lo stato di necessità è chiaramente stabilito come circostanza che preclude l'illecito, a condizione che siano soddisfatte alcune condizioni molto severe e rigorose. D'altra parte, la Corte internazionale di giustizia ha affermato nella sentenza analizzata in questo caso che lo stato di necessità è una circostanza che preclude l'illecito riconosciuta dal diritto internazionale consuetudinario.