Nella Citta Ideale il comportamento morale del singolo e fondamento e sostanza dello sviluppo etico della comunita. Nella splendida luce di una mattina di primavera, l'Architetto sente di dover compiere un ultimo atto, prima del giorno in cui si dara inizio all'edificazione del grandioso palazzo che ha progettato. Si rechera sul luogo, dove dovra essere costruito. Il terreno che e consacrato dal sangue di chi ha sacrificato la vita per conquistare la pace in cui ora vive e prospera la sua citta. Camminando lungo strade deserte analizza le scelte che lo hanno reso complice di un'avventura, destinata a portare un radicale cambiamento in tutto il suo mondo. Sotto l'apparente soddisfazione per il successo professionale raggiunto, nella propria coscienza, assomma gli errori compiuti. L'ultima decisione che dovra prendere sara esiziale e, nell'inaspettato, precipitare degli eventi, prospettera il futuro in tutta la sua devastante oggettivita. Si dice che nell'estremo pericolo, nell'incidente che si affronta coscienti di essere giunti al termine, si possa rivivere l'intera vita. In pochi attimi l'Architetto vivra i vent'anni che lo aspettano nella visione dettagliata degli sviluppi obbligati di un progetto basato su scelte sbagliate. Sopravvivra. I segni del tempo rimarranno, ma non impediranno che, come in un percorso progettuale corretto, possa riprendere le ipotesi avventatamente scartate e riprogrammare un nuovo futuro.